Recensione Pokemon Diamante e Perla
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Recensione Pokemon Diamante e Perla
I Pokémon sono sbarcati sui due schermi del DS, ma dov’è quella “rivoluzione” di cui tutti ci avevano parlato?
“Acchiappali tutti” è sempre stato il motto di ogni allenatore fin dalla prima edizione uscita dieci anni fa. E oggi ci ritroviamo nuovamente a pronunciare la storica frase in occasione dell’arrivo in occidente di Pokemon versione Diamante e Perla. Da quel lontano 1996 i nostri occhi hanno visto mostriciattoli di tutti i colori e forme, ma una cosa nel corso degli anni è rimasta invariata: il successo della serie. Le colorate cartucce di Pikachu & Co. hanno raggiunto le case di milioni di giocatori in tutto il mondo portando con sé la spensieratezza e il divertimento che fuoriesce da ogni singolo e coloratissimo sprite del mondo dei mostriciattoli più simpatici del globo. I giochi dei Pokemon, infatti si sono distinti, maggiormente in Giappone, per le fasce d’età che sono riusciti a raggiungere nel corso degli anni, cancellando così la vecchia convinzione che fossero destinati rigorosamente ad un pubblico infantile. Dalle nostre parti è più facile vedere bambini che giocano e scambiano i loro compagni virtuali, ma negli USA e ne le paese del Sol Levante capita spesso di vedere in metro un ragazzo intento in uno scontro all’ultima pokèball per catturare un raro esemplare. Considerandoli così, sembra che non sia il giocatore a catturare tutti i Pokemon, ma bensì che siano loro a voler attirare l’attenzione di più persone possibile. Criticati, lodati, amati e in alcuni casi anche odiati, i piccoli mostri di Nintendo riescono sempre a far parlare di loro riuscendo ad aumentare l’attesa anche per chi li considera un gioco come gli altri e soprattutto per chi li ritiene fra i migliori gioco di ruolo in circolazione. Ormai abituati agli episodi precedenti già sappiamo che dopo la rituale domanda che viene posta all’inizio di ogni nuova avventura, il Pokemondo che ci aspetta non è mai lo stesso e che nella piccola cartuccia del DS si cela un universo fatto di punti esperienza, pietre evolutive, scontri e pomeriggi passati a discutere su quale sia il miglior allenatore del quartiere. Dopo aver visto gli straordinari risultati ottenuti negli altri continenti andiamo ora a controllare se anche queste ultime due versioni hanno le carte in regola per sfondare nel Vecchio Continente e se ci troviamo di fronte ai migliori episodi di sempre.
Casa dolce casa…
Come da consuetudine, la nostra avventura inizierà nel piccolo e tranquillo paesino di turno, Duefoglie nel nostro caso, fino a quando non sarà richiesto il nostro aiuto nei pressi della zona.
Ed è così che ci imbattiamo nel nostro migliore amico per aiutarlo a cercare un Gyrados rosso, ma non appena usciti dalla cittadella saremo coinvolti in un attacco da parte di alcuni, alquanto poco amichevoli, Pokemon, per difenderci dai quali saremo costretti e prendere in prestito da una valigetta trovata nel posto il nostro primo Pokemon. Questa volta, infatti non sarà il caro professore a consegnarceli, ma dopo aver visto la grinta con la quale abbiamo combattuto deciderà di lasciarcelo in affidamento, cogliendo l’occasione di affidarci la prima missione, quella di completare il Pokedex, nonché scopo finale del gioco. A questo punto l’avventura entra nel vivo portandoci a spasso per Sinnoh alla ricerca di ogni singolo mostriciattolo, a portare aiuto ad altri personaggi e a debellare la regione dalla banda di malfattori di turno (team Galaxy, per gli amici), come siamo stati abituati dagli episodi precedenti. E da essi Diamante e Perla riprendono anche molti elementi, ma al contempo si possono notare anche dei tentativi, più o meno riusciti, di innovare una saga che ha ormai sul groppone più di un decennio. Innanzitutto il sistema di combattimento, vero cardine di tutta la serie, è rimasto immutato: preparatevi quindi a ritrovare i cari menù di lotta, quello degli strumenti, quello per cambiare Pokemon e il tasto per la fuga. Come era ovvio aspettarsi, sarà possibile effettuare le nostre scelte durante le battaglie muovendoci nel touch screen con la croce direzionale e utilizzando i tradizionali tasti A e B o, in alternativa, schiacciare direttamente le icone, metodo molto più immediato e veloce, ma non sempre preciso se si utilizzano le proprie dita al posto del pennino. Purtroppo questo metodo di controllo è in parte limitato dal fatto che il suo utilizzo viene preferito al sistema classico solamente durante le battaglie, mentre per quanto riguarda i menù tradizionali, come quelli dello zaino, i controlli standard sono molto più veloci ed efficaci. Durante la fase esplorativa, lo schermo inferiore si trasforma in un vero e proprio gadget multiuso, il Pokekron, nel quale sono presenti un orologio, un contapassi, un radar per gli oggetti, un sistema di monitoraggio dei Pokemon lasciati alla pensione e moltissime altre funzioni attivabili tramite un pulsante “virtuale” e che verranno aggiunte solamente dopo aver parlato con determinati personaggi. Saranno presenti anche i classici oggetti da utilizzare nelle più svariate situazioni, come l’utile amo da pesca e la veloce bicicletta, dotata perfino di cambio: per attivarli basterà premere il tasto Y, anche se viene spontaneo chiedersi perché non abbiano pensato di poter permettere di assegnarli anche ad altri pulsanti, visto che i dorsali e Select sono del tutto inutilizzati.
Mondo che vai, Pokémon che trovi
Già dal breve video introduttivo realizzato col motore grafico del gioco, e che ne precede l’avvio, si nota subito il balzo in avanti che è stato compiuto rispetto alle precedenti edizioni per GBA, ma al contempo il toon shading da quel senso di continuità che fa capire la volontà da parte dei ragazzi della Game Freak di rimare fedeli alla spensieratezza originaria che ha fatto la fortuna della serie. La grafica tridimensionale dà quel senso di profondità che contribuisce a rendere ancora più vivo un mondo pieno di colori e persone, ma che fa rimpiangere l’assenza di animazioni “paesaggistiche”, mancanza che lascia sentire ancora quel leggero senso di staticità impiantato nella serie sin dagli albori. Zoom e cambi di angolazione, inoltre, ci permettono di osservare i dettagli messi di proposito in primo piano o di poter giocare con la nostra abilità di scovare quell’oggetto o quel personaggio nascosto dietro un albero messo li ad hoc. La bidimensionalità dei personaggi e dei mostriciattoli, si abbina perfettamente all’ambiente 3D, vuoi per il fatto che siano realizzati magistralmente, vuoi per la volontà di non rompere troppo bruscamente con il passato. Questa volta sono tornate anche le graziose animazioni che seguono la messa in campo di un Pokemon e che abbinate agli effetti grafici degli attacchi, come tuoni, massi, foglie e scariche elettriche contribuiscono a rendere ancora più coinvolgenti e dinamiche le lotte. Ma queste chicche saranno presenti anche durante l’esplorazione e ci capiterà spesso di ritrovarci nel mezzo di piogge torrenziali, nebbie pesanti e ghiacciate raffiche di vento. Un secondo gradito ritorno, scomparso all’epoca di Rubino e Zaffiro, è la variazione di luminosità durante le varie fasi della giornata, a partire dalla candida alba fino ad arrivare alla cupa notte, con conseguente illuminazione dei lampioni sparsi per strada e delle finestrelle incastonate fra i poligoni degli alti palazzi. Questi cambiamenti non avranno solamente un fine estetico, ma saranno fondamentali nel modificare le meccaniche di gioco, infatti alcuni Pokemon si evolveranno solamente durante determinati periodi, mentre altri saranno avvantaggiati dall’oscurità notturna, ma anche i personaggi verranno influenzati dallo scorrere del tempo, ad esempio le guardie ci attaccheranno solamente di notte ed altri ci daranno degli oggetti solamente ad un determinato orario. Per quanto riguarda le evoluzioni, ci ritroveremo di fronte ad una vastissima possibilità di combinazioni, che variano dal dover assegnare uno specifico oggetto ad un Pokemon fino al dover essere in un determinato luogo: variabili che vi porteranno a mettere in moto il cervello per poter completare del tutto il vostro fido Pokedex. Ma per poter dire che un mondo è veramente vivo, non basta che sia solamente bello da vedere, ma deve anche farci sentire la sua vitalità, e pure in questo Sinnoh è un ottimo esempio. Musiche curate nei dettagli per ogni luogo, effetti sonori azzeccati, le classiche melodie che ci hanno accompagnato per anni e gli immancabili versi dei nostri fidati compagni, conferiscono a questo episodio il miglior comparto audio di tutti i precedenti capitoli, anche se ricampionare le “voci” dei vecchi mostriciattoli sarebbe stata la ciliegina sulla torta.
Alla ricerca della bestia perduta…
Come già detto, lo scopo finale di ogni edizione è sempre stato quello di completare il Pokedex, vero motivo dell’elevata longevità presente in ogni edizione. Diamante e Perla non potevano esimersi da questa regola, ma stavolta gli allenatori sono avvantaggiati poiché per completare il nuovo Pokedex non sarà necessario dover catturare tutti gli esemplari, ma basterà “vederli” cioè incontrarli durante uno scontro o in mezzo all’erba, senza dover per forza rinchiuderli in una Pokeball. Chi invece non fosse propenso a voler faticare per riempire lo speciale catalogo elettronico sarà contento di sapere che ci sono numerose alternative alla più faticosa attività di allenatore. Infatti, potremo esibirci in vere e proprie gare di bellezza dove dei giudici voteranno il modo con cui abbiamo agghindato il nostro fido Pokemon o come fa sfoggio delle proprie mosse. Per poter riuscire a vincere queste competizioni, sarà necessario procurasi degli oggetti da applicare sui mostriciattoli, come corone, gioielli, lustrini ecc., ma anche aumentarne la grazia, la bellezza, il vigore, il coraggio e così via ricorrendo a massaggi e Poffin, l’equivalente delle vecchie Pokemelle. Gli allenatori più esigenti potranno inoltre misurare le proprie abilità combattive sfidando gli amici in avvincenti lotte in locale o addirittura sfidando giocatori da tutte le parti del mondo tramite la Wi-Fi Connection; in entrambi i casi è prevista la possibilità di lottare 1vs1 oppure in coppia. Va specificato però che per poter sfidarsi online è necessario prima inserire i famosi codici amico in entrambe le cartucce di chi intende scontrarsi, in modo tale da poter utilizzare anche la chat vocale ed evitare spiacevoli incontri per gli utenti più giovani. Ma questo non è l’unico modo con il quale vengono sfruttate le capacità wireless del DS, infatti è stato creato un sistema di scambio online chiamato GTS, nel quale possiamo depositare eventuali Pokemon e indicare cosa si vuole in cambio. Se inoltre non volete perdere la vostra vecchia squadra allestita su Rubino o Zaffiro, il Pal Park è quello che fa per voi: il suddetto parco è una struttura molto simile alla Zona Safari e nel quale finiscono i Pokemon prelevati dalle vecchie versioni per GBA, per un massimo di sei esemplari a giorno. Una volta entrati in esso dovremo cercare nell’erba il nostro vecchio compagno e una volta apparso basterà tirargli una Pokeball speciale che lo catturerà al primo colpo, esattamente come una Masterball; attenti però, perché una volta effettuata l’operazione non sarà possibile tornare indietro.
Traguardo? Chissà…
Una “nuova” grafica, nuovi oggetti, nuovi Pokemon per un totale di oltre 400, possibilità di giocare online e una longevità elevatissima: che sia questo il gioco dei Pokemon definitivo? Per il momento possiamo affermarlo tranquillamente e possiamo anche sbilanciarci dicendo che Pokemon Diamante e Perla sono il miglior GDR per il bivalve Nintendo attualmente in circolazione. Gli elementi di innovazione e quelli di richiamo ai canoni della serie si fondono perfettamente in un mix che risulta essere la naturale evoluzione ed elaborazione di un processo durato oltre 10 anni. Di questo passo possiamo e dobbiamo aspettarci di tutto visto che i margini per un eventuale miglioramento ci sono, sia sul campo del gameplay sia sulla capacità immersiva che una serie del genere può dare. Non è un caso che il target iniziale fosse molto più basso si quello che è oggi, segno di una volontà da parte dei programmatori di voler raggiungere vette sempre più alte, senza badare al tempo che occorre per farlo. E quando anche la nonnina ottantenne sbraiterà perché gli è sfuggito un leggendario per l’ennesima volta, allora potremo dire che non si può proprio andare oltre.
“Acchiappali tutti” è sempre stato il motto di ogni allenatore fin dalla prima edizione uscita dieci anni fa. E oggi ci ritroviamo nuovamente a pronunciare la storica frase in occasione dell’arrivo in occidente di Pokemon versione Diamante e Perla. Da quel lontano 1996 i nostri occhi hanno visto mostriciattoli di tutti i colori e forme, ma una cosa nel corso degli anni è rimasta invariata: il successo della serie. Le colorate cartucce di Pikachu & Co. hanno raggiunto le case di milioni di giocatori in tutto il mondo portando con sé la spensieratezza e il divertimento che fuoriesce da ogni singolo e coloratissimo sprite del mondo dei mostriciattoli più simpatici del globo. I giochi dei Pokemon, infatti si sono distinti, maggiormente in Giappone, per le fasce d’età che sono riusciti a raggiungere nel corso degli anni, cancellando così la vecchia convinzione che fossero destinati rigorosamente ad un pubblico infantile. Dalle nostre parti è più facile vedere bambini che giocano e scambiano i loro compagni virtuali, ma negli USA e ne le paese del Sol Levante capita spesso di vedere in metro un ragazzo intento in uno scontro all’ultima pokèball per catturare un raro esemplare. Considerandoli così, sembra che non sia il giocatore a catturare tutti i Pokemon, ma bensì che siano loro a voler attirare l’attenzione di più persone possibile. Criticati, lodati, amati e in alcuni casi anche odiati, i piccoli mostri di Nintendo riescono sempre a far parlare di loro riuscendo ad aumentare l’attesa anche per chi li considera un gioco come gli altri e soprattutto per chi li ritiene fra i migliori gioco di ruolo in circolazione. Ormai abituati agli episodi precedenti già sappiamo che dopo la rituale domanda che viene posta all’inizio di ogni nuova avventura, il Pokemondo che ci aspetta non è mai lo stesso e che nella piccola cartuccia del DS si cela un universo fatto di punti esperienza, pietre evolutive, scontri e pomeriggi passati a discutere su quale sia il miglior allenatore del quartiere. Dopo aver visto gli straordinari risultati ottenuti negli altri continenti andiamo ora a controllare se anche queste ultime due versioni hanno le carte in regola per sfondare nel Vecchio Continente e se ci troviamo di fronte ai migliori episodi di sempre.
Casa dolce casa…
Come da consuetudine, la nostra avventura inizierà nel piccolo e tranquillo paesino di turno, Duefoglie nel nostro caso, fino a quando non sarà richiesto il nostro aiuto nei pressi della zona.
Ed è così che ci imbattiamo nel nostro migliore amico per aiutarlo a cercare un Gyrados rosso, ma non appena usciti dalla cittadella saremo coinvolti in un attacco da parte di alcuni, alquanto poco amichevoli, Pokemon, per difenderci dai quali saremo costretti e prendere in prestito da una valigetta trovata nel posto il nostro primo Pokemon. Questa volta, infatti non sarà il caro professore a consegnarceli, ma dopo aver visto la grinta con la quale abbiamo combattuto deciderà di lasciarcelo in affidamento, cogliendo l’occasione di affidarci la prima missione, quella di completare il Pokedex, nonché scopo finale del gioco. A questo punto l’avventura entra nel vivo portandoci a spasso per Sinnoh alla ricerca di ogni singolo mostriciattolo, a portare aiuto ad altri personaggi e a debellare la regione dalla banda di malfattori di turno (team Galaxy, per gli amici), come siamo stati abituati dagli episodi precedenti. E da essi Diamante e Perla riprendono anche molti elementi, ma al contempo si possono notare anche dei tentativi, più o meno riusciti, di innovare una saga che ha ormai sul groppone più di un decennio. Innanzitutto il sistema di combattimento, vero cardine di tutta la serie, è rimasto immutato: preparatevi quindi a ritrovare i cari menù di lotta, quello degli strumenti, quello per cambiare Pokemon e il tasto per la fuga. Come era ovvio aspettarsi, sarà possibile effettuare le nostre scelte durante le battaglie muovendoci nel touch screen con la croce direzionale e utilizzando i tradizionali tasti A e B o, in alternativa, schiacciare direttamente le icone, metodo molto più immediato e veloce, ma non sempre preciso se si utilizzano le proprie dita al posto del pennino. Purtroppo questo metodo di controllo è in parte limitato dal fatto che il suo utilizzo viene preferito al sistema classico solamente durante le battaglie, mentre per quanto riguarda i menù tradizionali, come quelli dello zaino, i controlli standard sono molto più veloci ed efficaci. Durante la fase esplorativa, lo schermo inferiore si trasforma in un vero e proprio gadget multiuso, il Pokekron, nel quale sono presenti un orologio, un contapassi, un radar per gli oggetti, un sistema di monitoraggio dei Pokemon lasciati alla pensione e moltissime altre funzioni attivabili tramite un pulsante “virtuale” e che verranno aggiunte solamente dopo aver parlato con determinati personaggi. Saranno presenti anche i classici oggetti da utilizzare nelle più svariate situazioni, come l’utile amo da pesca e la veloce bicicletta, dotata perfino di cambio: per attivarli basterà premere il tasto Y, anche se viene spontaneo chiedersi perché non abbiano pensato di poter permettere di assegnarli anche ad altri pulsanti, visto che i dorsali e Select sono del tutto inutilizzati.
Mondo che vai, Pokémon che trovi
Già dal breve video introduttivo realizzato col motore grafico del gioco, e che ne precede l’avvio, si nota subito il balzo in avanti che è stato compiuto rispetto alle precedenti edizioni per GBA, ma al contempo il toon shading da quel senso di continuità che fa capire la volontà da parte dei ragazzi della Game Freak di rimare fedeli alla spensieratezza originaria che ha fatto la fortuna della serie. La grafica tridimensionale dà quel senso di profondità che contribuisce a rendere ancora più vivo un mondo pieno di colori e persone, ma che fa rimpiangere l’assenza di animazioni “paesaggistiche”, mancanza che lascia sentire ancora quel leggero senso di staticità impiantato nella serie sin dagli albori. Zoom e cambi di angolazione, inoltre, ci permettono di osservare i dettagli messi di proposito in primo piano o di poter giocare con la nostra abilità di scovare quell’oggetto o quel personaggio nascosto dietro un albero messo li ad hoc. La bidimensionalità dei personaggi e dei mostriciattoli, si abbina perfettamente all’ambiente 3D, vuoi per il fatto che siano realizzati magistralmente, vuoi per la volontà di non rompere troppo bruscamente con il passato. Questa volta sono tornate anche le graziose animazioni che seguono la messa in campo di un Pokemon e che abbinate agli effetti grafici degli attacchi, come tuoni, massi, foglie e scariche elettriche contribuiscono a rendere ancora più coinvolgenti e dinamiche le lotte. Ma queste chicche saranno presenti anche durante l’esplorazione e ci capiterà spesso di ritrovarci nel mezzo di piogge torrenziali, nebbie pesanti e ghiacciate raffiche di vento. Un secondo gradito ritorno, scomparso all’epoca di Rubino e Zaffiro, è la variazione di luminosità durante le varie fasi della giornata, a partire dalla candida alba fino ad arrivare alla cupa notte, con conseguente illuminazione dei lampioni sparsi per strada e delle finestrelle incastonate fra i poligoni degli alti palazzi. Questi cambiamenti non avranno solamente un fine estetico, ma saranno fondamentali nel modificare le meccaniche di gioco, infatti alcuni Pokemon si evolveranno solamente durante determinati periodi, mentre altri saranno avvantaggiati dall’oscurità notturna, ma anche i personaggi verranno influenzati dallo scorrere del tempo, ad esempio le guardie ci attaccheranno solamente di notte ed altri ci daranno degli oggetti solamente ad un determinato orario. Per quanto riguarda le evoluzioni, ci ritroveremo di fronte ad una vastissima possibilità di combinazioni, che variano dal dover assegnare uno specifico oggetto ad un Pokemon fino al dover essere in un determinato luogo: variabili che vi porteranno a mettere in moto il cervello per poter completare del tutto il vostro fido Pokedex. Ma per poter dire che un mondo è veramente vivo, non basta che sia solamente bello da vedere, ma deve anche farci sentire la sua vitalità, e pure in questo Sinnoh è un ottimo esempio. Musiche curate nei dettagli per ogni luogo, effetti sonori azzeccati, le classiche melodie che ci hanno accompagnato per anni e gli immancabili versi dei nostri fidati compagni, conferiscono a questo episodio il miglior comparto audio di tutti i precedenti capitoli, anche se ricampionare le “voci” dei vecchi mostriciattoli sarebbe stata la ciliegina sulla torta.
Alla ricerca della bestia perduta…
Come già detto, lo scopo finale di ogni edizione è sempre stato quello di completare il Pokedex, vero motivo dell’elevata longevità presente in ogni edizione. Diamante e Perla non potevano esimersi da questa regola, ma stavolta gli allenatori sono avvantaggiati poiché per completare il nuovo Pokedex non sarà necessario dover catturare tutti gli esemplari, ma basterà “vederli” cioè incontrarli durante uno scontro o in mezzo all’erba, senza dover per forza rinchiuderli in una Pokeball. Chi invece non fosse propenso a voler faticare per riempire lo speciale catalogo elettronico sarà contento di sapere che ci sono numerose alternative alla più faticosa attività di allenatore. Infatti, potremo esibirci in vere e proprie gare di bellezza dove dei giudici voteranno il modo con cui abbiamo agghindato il nostro fido Pokemon o come fa sfoggio delle proprie mosse. Per poter riuscire a vincere queste competizioni, sarà necessario procurasi degli oggetti da applicare sui mostriciattoli, come corone, gioielli, lustrini ecc., ma anche aumentarne la grazia, la bellezza, il vigore, il coraggio e così via ricorrendo a massaggi e Poffin, l’equivalente delle vecchie Pokemelle. Gli allenatori più esigenti potranno inoltre misurare le proprie abilità combattive sfidando gli amici in avvincenti lotte in locale o addirittura sfidando giocatori da tutte le parti del mondo tramite la Wi-Fi Connection; in entrambi i casi è prevista la possibilità di lottare 1vs1 oppure in coppia. Va specificato però che per poter sfidarsi online è necessario prima inserire i famosi codici amico in entrambe le cartucce di chi intende scontrarsi, in modo tale da poter utilizzare anche la chat vocale ed evitare spiacevoli incontri per gli utenti più giovani. Ma questo non è l’unico modo con il quale vengono sfruttate le capacità wireless del DS, infatti è stato creato un sistema di scambio online chiamato GTS, nel quale possiamo depositare eventuali Pokemon e indicare cosa si vuole in cambio. Se inoltre non volete perdere la vostra vecchia squadra allestita su Rubino o Zaffiro, il Pal Park è quello che fa per voi: il suddetto parco è una struttura molto simile alla Zona Safari e nel quale finiscono i Pokemon prelevati dalle vecchie versioni per GBA, per un massimo di sei esemplari a giorno. Una volta entrati in esso dovremo cercare nell’erba il nostro vecchio compagno e una volta apparso basterà tirargli una Pokeball speciale che lo catturerà al primo colpo, esattamente come una Masterball; attenti però, perché una volta effettuata l’operazione non sarà possibile tornare indietro.
Traguardo? Chissà…
Una “nuova” grafica, nuovi oggetti, nuovi Pokemon per un totale di oltre 400, possibilità di giocare online e una longevità elevatissima: che sia questo il gioco dei Pokemon definitivo? Per il momento possiamo affermarlo tranquillamente e possiamo anche sbilanciarci dicendo che Pokemon Diamante e Perla sono il miglior GDR per il bivalve Nintendo attualmente in circolazione. Gli elementi di innovazione e quelli di richiamo ai canoni della serie si fondono perfettamente in un mix che risulta essere la naturale evoluzione ed elaborazione di un processo durato oltre 10 anni. Di questo passo possiamo e dobbiamo aspettarci di tutto visto che i margini per un eventuale miglioramento ci sono, sia sul campo del gameplay sia sulla capacità immersiva che una serie del genere può dare. Non è un caso che il target iniziale fosse molto più basso si quello che è oggi, segno di una volontà da parte dei programmatori di voler raggiungere vette sempre più alte, senza badare al tempo che occorre per farlo. E quando anche la nonnina ottantenne sbraiterà perché gli è sfuggito un leggendario per l’ennesima volta, allora potremo dire che non si può proprio andare oltre.
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